Per il #tbt di oggi voglio tornare al Cosmoporf 2017 e parlarvi di NATRUE che in quell’ occasione ha festeggiato il decimo anniversario. Realtà che Francesca Morgante ci ha raccontato. Se si pensa alla cosmesi naturale e bio infatti, c’è spesso molta confusione, soprattutto disinformazione. Non tutto quello che riporta la dicitura “naturale” o “biologico” lo è. Anzi, spesso sono termini usati solo per attirare l’attenzione di consumatori che non approfondiscono Inci o specifiche. E si fanno guidare dalla moda o dal semplice pensiero che essendo naturale possa andare bene.

NATRUE è nato per fare chiarezza, come associazione nell’autunno 2007 e come marchio nel giugno 2008. I soci fondatori, che erano in origine i soci dell’ Associazione tedesca cosmetici naturali fondata negli anni 90, i cui prodotti erano certificati dallo standard omonimo. Si resero conto della mancanza di una rappresentanza internazionale e decisero di proporne una propria. Dedicata a consumatori e produttori.

Così già nel 2009, una selezione di 400 prodotti fu certificata. Ad oggi sono 5445  i prodotti certificati, ma si può seguire l’aumento di questa cifra direttamente dal sito. I criteri dello standard sono sviluppati dal Comitato Scientifico Indipendente “Criteria and Label”. La certificazione viene concessa attraversando un percorso da enti indipendenti. Enti a loro volta accreditati da altri, sempre indipendenti. Ad esempio IOAS, che li controlla su un ciclo di quattro anni per garantirne competenza e affidabilità.

La verifica riguarda la formulazione, gli ingredienti e la formulazione. Esistono due diverse certificazioni. Una per le materie prime e una per i prodotti. Lo standard è disponibile in diverse lingue e aggiornato tre volte l’anno.

Nel 2016 NATRUE è diventata anche ente promotore di Vivaness, salone internazionale per la cosmesi naturale di Norimberga. È impegnata in vari progetti di ricerca e di sviluppo, come l’iniziativa URBIOFIN legata alla possibilità di trasformare la parte organica dei rifiuti solidi urbani in prodotti ecologici. O il PROGETTO SCRIPT, una cooperazione volta a far entrare alcune aziende thailandesi nel mercato UE. Questi sono solo alcuni dei progetti, vi invito ad approfondire gli altri qui.

Ma cosa garantisce NATRUE? L’ appartenenza di un determinato prodotto alla categoria dei cosmetici naturali, cosmetici naturali con componenti biologiche o cosmetici biologici, ciascuna con livelli minimi e percentuali da rispettare sempre crescenti.

Non solo il prodotto in sé è sottoposto a controlli, ma anche il packaging, che deve avere il minor impatto ambientale possibile. Non possono essere usate plastiche alogenate, né gas VOC (Volatile Organic Compounds).

Gli standard da rispettare sono di alto livello e garantiscono prestigio alla referenza certificata. Molti brand che conosciamo e utilizziamo riportano il marchio NATRUE. Proprio l’altra sera, mentre applicavo il mio WonderBurro di Alma Briosa prima di dormire, ho notato il logo e avendo già l’idea di scrivere questo post ho sorriso. Personalmente non sono troppo attenta alle certificazioni, magari le leggo appena inizio un prodotto nuovo o mentre lo sto acquistando, ma non mi ci sono mai troppo soffermata. Ho pensato di ritornare su questo argomento per ricordare a me e anche a voi di prestarci maggior attenzione.

Tra i brand certificati NATRUE troviamo ad esempio Lavera, Logona, Weleda, Dr. Hauschka e Sante, rappresentati con alcune referenze nella bag dedicata alle blogger ricevuta al Cosmoprof, di cui in parte vi ho già parlato sul mio canale YouTube. Ma anche Naturativ, che non conoscevo prima della Fiera e che ho ritrovato con i suoi distributori Naturattiva al Vivibenessere di Rimini. Un altro piccolo segno che mi ha portata e mi porterà ad approfondire il mondo delle certificazioni.

E voi, siete abbastanza informati? Come vi rapportate con il mondo delle certificazioni?

Fatemi sapere nei commenti, ma date anche un’occhiata al sito NATRUE!

Al prossimo post

Un bacio grande

Lara

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